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LA COLLEZIONE

COLLEZIONE BALZAN

Tra Ottocento e Novecento

 

Eugenio Balzan iniziava la collezione pittorica sin dal primo decennio del Novecento per completarla tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso.

Suo amico e consigliere nella scelta delle opere fu il pittore Oreste Silvestri al quale si aggiungevano i due fratelli Ravasco, Cesare (scultore) e Alfredo (orafo e decoratore) i quali orientarono i gusti del collezionista verso protagonisti del naturalismo pittorico del secondo Ottocento italiano.

Essere amministratore del Corriere della Sera significava anche vantare una cerchia di frequentazioni e di amicizie di assoluto valore culturale, favorendo anche le sue scelte pittoriche.

Il gusto del nostro collezionista si affinava e si personalizzava sempre più, rivolgendo il suo interesse verso opere di maggiore prestigio e di assoluta qualità artistica. Balzan acquistava negli anni Trenta uno dei massimi capolavori della collezione, il Bagno pompejano di Domenico Morelli, uno dei più importanti protagonisti del rinnovamento dell’arte italiana.

Ancora un’opera straordinaria di Palizzi veniva acquistata negli anni Trenta: Fanciulla sulla roccia a Sorrento, sospesa sul paesaggio e stagliata contro un cielo di assoluta purezza cromatica.

Dopo la morte nel 1936 dell’amico e artista Oreste Silvestri, ancora una figura di spicco nel panorama artistico italiano dell’epoca, affiancava Balzan come amico ma anche come grande esperto d’arte: Giuseppe De Logu, già docente alla facoltà di Architettura di Venezia e direttore della locale Accademia delle Belle Arti.

Giuseppe De Logu, fondamentale figura per la conservazione della collezione Balzan, allo scoppio della seconda guerra mondiale aiutava l’amico Balzan a trasferire, per motivi di sicurezza da una Milano sottoposta a bombardamenti, la collezione in Svizzera, dove lo stesso Balzan già risiedeva per lunghi periodi. Per superare difficoltà burocratiche che avrebbero compromesso la proprietà della collezione, ancora una volta interveniva De Logu ad organizzare nell’aprile del 1944, quando i quadri già da alcuni mesi erano in Svizzera, la prima esposizione della raccolta a Zurigo, alla quale seguiva quella di Bellinzona a maggio e infine a Berna a settembre.

Nel 1948, a guerra finita, un quadro della collezione Balzan veniva esposto con altre opere a Lugano, per una importante esposizione della pittura dell’Ottocento italiano.

Terminata l’esposizione, Balzan riteneva giunto il momento di riportare l’importante patrimonio artistico in Italia e ancora una volta interveniva l’amico Giuseppe De Logu il quale superava non poche difficoltà per le necessarie operazioni doganali, tanto che Balzan moriva improvvisamente a Lugano il 15 luglio 1953 e non riusciva a vedere la sua collezione rientrare in Italia.

I dipinti infatti restavano a Venezia fino al 1956, quando sempre per il costante impegno di De Logu e superata ogni traversia burocratica lo stesso De Logu consegnava a Milano all’unica erede dell’amico scomparso, la figlia Lina, l’intera collezione.

THE COLLECTION

I PITTORI - THE PAINTERS

Leonardo Bazzaro, Achille Beltrame, Mosé Bianchi, Edoardo Dalbono, Francesco Danieli, Giuseppe De Nittis, Guido Farina, Giovanni Fattori, Giacomo Favretto, Antonio Fontanesi, Eugenio Gignous, Domenico Induno, Ise Lebrecht, Francesco Paolo Michetti, Domenico Morelli, Plinio Nomellini, Luigi Nono, Filippo Palizzi, Alberto Pasini, Orazio Pigato, Emilio Praga, Gaetano Previati, Federico Rossano, Oreste Silvestri, Ardengo Soffici, Ettore Tito, Gioacchino Toma.

La collezione ENG

THE BALZAN COLLECTION

Of Nineteenth and Twentieth Century Paintings

 

Eugenio Balzan started his picture collection in the first decade of the twentieth century, and around the 1920s and 1930s it was complete. His friend and adviser in choosing the works was the painter Oreste Silvestri, joined by the Ravasco brothers, Cesare (sculptor) and Alfredo (goldsmith and decorator), who directed Balzan’s taste in collecting towards the leading naturalist painters of the second half of the nineteenth century in Italy.

 

As managing director of Corriere della Sera, Balzan could also boast of a circle of friends and acquaintances of the highest cultural order, which also influenced his choices in paintings. Balzan’s taste became more and more refined and personal, and his interests turned toward works of greater prestige and artistic quality. In the 1930s, he acquired one of the greatest paintings in the collection, Bagno pompejano (A Pompeian Bath) by Domenico Morelli, one of the most important painters in this movement of renewal in Italian art. An extraordinary work by Palizzi was also purchased in the 1930s, Fanciulla sulla roccia a Sorrento (Girl on a Rock in Sorrento), with its young girl lying on a rock cliff suspended over the sea, standing out against a pure blue sky.

 

After the death of Oreste Silvestri in 1936, Balzan befriended another outstanding figure on the Italian artistic scene, the great art expert Giuseppe De Logu, who had taught at the architecture department at the University of Venice and directed the city’s art academy. When the war broke out, Giuseppe De Logu was a key figure in protecting the Balzan Collection, and helped his friend move it to safety in Switzerland as Milan was threatened by bombings and Balzan himself had lived in Switzerland for long periods of time. In order to cut through the red tape that might have compromised the question of whom collection belonged to, De Logu stepped in again by organizing the first exhibition of the paintings in Zurich in April of 1944, when they had already been there for a few months. Other exhibitions followed in Bellinzona in May and Bern in September.

 

In 1948, a few years after the war, one of the paintings from the Balzan Colletion was included in an important exhibition of nineteenth century Italian painting in Lugano. After that exhibition, Balzan thought the time was ripe to bring this important artistic heritage back to Italy. Once again, his friend Giuseppe De Logu took action, but with considerable difficulty due to the necessary customs procedures, which were so great that Balzan did not get to see his collection go back to Italy since he died suddenly in Lugano on 15 July 1953. The paintings remained in Venice until 1956, when all bureaucratic obstacles were finally overcome through De Logu’s constant efforts, and he managed to deliver the entire collection back to Milan, to the only heir of his deceased friend, Balzan’s daughter Lina.

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